"So cosa hai fatto": qualcuno ha bisogno di questo remake di un film horror di fine anni '90?

Nel 1997, un film uscì nelle sale sulla scia del grandissimo successo di "Scream", un film che la maggior parte delle persone probabilmente riconoscerà solo per il titolo: "So cosa hai fatto" non fu un capolavoro, ma fu un film suggestivo ed emozionante in cui un gruppo di giovani cerca di insabbiare un disastroso incidente stradale e viene inseguito da un uomo misterioso con un amo da pesca nel giorno dell'anniversario dell'incidente. Il film fu un enorme successo al botteghino all'epoca. Ne esiste un remake ora? Ed è valido?
Ci sono due motivi principali per realizzare un remake. Il primo è economico: perché non attrarre una nuova generazione verso un argomento collaudato e allo stesso tempo riportare al cinema coloro che hanno amato l'originale? Questo può funzionare particolarmente bene con i film slasher, poiché un assassino con l'uncino in un incantevole villaggio di pescatori funziona sempre. Il secondo motivo è creativo e può certamente essere collegato al primo: che ne dite di riscrivere i personaggi della vecchia storia in modo più contemporaneo, modernizzando i dialoghi, aggiungendo qualche riferimento ironico e appianando eventuali debolezze dell'originale?
Dovremmo tifare per i personaggi della Generazione Z o riderne?Jennifer Kaytin Robinson, che in precedenza ha diretto la commedia adolescenziale dal humor nero "Do Revenge" (2022), è chiaramente a suo agio con la satira. Nella sua rivisitazione di "So cosa hai fatto l'estate scorsa", lascia che i giovani snocciolino frasi esoteriche di auto-miglioramento sugli "empati chiarosenzienti", conducano podcast sensazionalistici su crimini reali o semplicemente rispondano alla lacrimosa osservazione di un amico ("Ora sono vedova!") con "Sì, ma una vedova sexy". La Robinson può contare su un cast di tutto rispetto, tra cui Madelyn Cline ("Glass Onion"), Chase Sui Wonders ("Bodies Bodies Bodies") e Sarah Pidgeon, che di recente ha entusiasmato il pubblico a Broadway in "Stereophonic". Ritornano anche due personaggi storici dell'originale: Jennifer Love Hewitt e Freddie Prinze Jr.
I veterani non si limitano a salutare, ma interpretano anche parti rilevanti per la trama. Purtroppo, però, tutto questo non serve a nulla se un film non riesce a decidere se prendere sul serio se stesso e i suoi personaggi. Dovremmo tifare per i personaggi della Generazione Z o riderne? Le battute che dicono e le azioni che compiono sono costantemente intenzionalmente stupide, o la sceneggiatura esce occasionalmente dal cliché?
I grandi punti di forza dell'originale, a mio parere, erano l'atmosfera incantata e ben catturata di un pittoresco ma tetro villaggio di pescatori, e la storia essenzialmente tragica della perdita dell'innocenza subita da alcuni giovani in una fatidica notte di luglio, i cui effetti si manifestano solo molto tempo dopo. Proprio quando stanno per iniziare la loro vita, vengono ostacolati da un mix di destino e cattive decisioni. Questa costellazione ha conferito al film del 1997, basato sul romanzo di Lois Duncan, una certa profondità emotiva. Il remake non si affida né all'atmosfera né alla tragedia latente, ma presenta invece dei nuovi ricchi arroganti in un villaggio di pescatori che sembra essersi trasformato in una meta di vacanza per ricchi. Il film fa altrettanto poco delle differenze di classe suggerite quanto di una possibile parodia del "ricco e bello". Il volto di Jennifer Love Hewitt iniettato di Botox non è una gag; è purtroppo reale. Chiunque guardi il film con un atteggiamento positivo può apprezzare ambientazioni graziose, abiti eleganti, canzoni pop o indie rock orecchiabili e una miriade di riferimenti. Le scene di uccisioni e inseguimenti sono – come il film nel suo complesso – messe in scena in modo piuttosto competente, ma non offrono nulla di memorabile. E quindi, in conclusione, devo dire: dopo qualche giorno, non so più cosa ho visto realmente.
Ora nei cinema.
Berliner-zeitung